- P I P P O -

di G.Paliaga

La signora Esposito susulto', quando udi' il tuono soffocato, e legge-
rissime vibrazioni le percorsero le gambe, rrivarono al cuore gia' in
tumulto, e quindi alla testa.

La signora Evelyn Esposito, non originaria di Napoli, non si era an-
cora abituata alla cosa. Inoltre quel rombo le ricordava sempre che era
in ritardo e che doveva mettere una pentola colma d'acqua sul fuoco, a
bollire. Il signor Esposito,come in genere gli abitanti di Napoli, era
ancora legato al modo tradizionale di mangiare. Niente bistecche di
soia, macche' integratori vitaminici o forni a microonde.

Tutti i giorni ,all'una in punto, Pippo ruggiva, seguito dai commen-
ti salaci e cantilenanti in dialetto locale, che non mancavano mai, in
ogni stanza o strada, ovunque, specialmente in presenza di belle
signore.

Era stata la commissione di Studio, Sezione Psicosociale, che aveva
deciso di dare codesta funzione e cadenza a Pippo. Come un antico canno-
nre ad avancarica, adibito a segnatempo, Pippo, dalla sua roccaforte,in-
vitava i cittadini a tavola. E questo aveva contribuito a renderlo piu'
familiare ed accettabile.

Solo il due Novembre, giorno dedicato alla memoria dei morti, era
stato deciso che Pippo non sparasse.

La Cmmissione avrebbe anche voluto seguire una procedura ufficiale
per dargli un nome, ma una volta lanciata l'idea di un referendum, spon-
taneamente, pe quei rapidi ed inspiegabili fenomeni di massa che talo-
ra si verificano, la gente aveva iniziato a chiamarlo cosi', da una vec-
chia canzone: " ma Pippo Pippo non lo sa...".

Ormai Pippo era di famiglia ed era un tema ricorrente nei festival
annuali di musica popolare del luogo. Era stata l'antica attitudine a
ridimensionare ogni cosa ed a filosofare che, insieme all'inguaribile
vena sentimentale, aveva consentito una rapida accettazione di cio' che,
forse, in altre citta' sarebbe oggettivamente parso troppo ingombrante.

Certo,anche i vantaggi economici non erano stati estranei alola scel-
ta favorevole. Praticamente, con i diritti pagati alla citta', Napoli ave-
va potuto realizzare l'ancestrale sogno di vivere senza la necessita' di
lavorare. Era una massa imponente di crediti che fluiva da tutti i compar-
timenti dell'Europa, Africa del Nord ed Asia Occidentale, per avvalersi
dei servizi di Pippo.

Le richieste di immigrazione in Napoli erano innumerevoli e copriva-
no tutte le necessita' di lavoro meno gradite, fai centri di manutenzio-
ne robotica ai servizi sanitari. Lavorava chi voleva, uno volta ottenuta la
cittadinanza, e come voleva.

Certo l'operativita' di Pippo doveva essere garantita alla perfezio-
ne. C'era sempre una nave collegata al condoto soterraneo che portava
i cilindri di non-riciclabile dal porto fino a Pippo. E, mediamente, tre
navi erano sempre in attesa di scaricare. I grandi cilindri di fortece-
mento ceramico, contenenti il non-riciclabile, pasavano direttamente
dalla nave alla camera di carica attraverso il condotto.

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Erano necessarie cinque ore per lo scorrimento in apertura della
lastra superiore. Quattro ore erano necessarie per disporre i cilindri
sulla lastra inferiore; ma il lavoro iniziava gia' dopo la prima ora di
scorrimento in apertura della lastra superiore e quindi, in breve tra
chiusura della lastra inferiore, apertura della lastra superiore, cari-
ca dei cilindri, inserimento dell'esplosivo nucleare e chiusura della
medesima, se ne andavano ben quindici ore.

Dopodiche', in altre cinque ore, la lastra inferiore si apriva ed
infine, per spingere il tutto nel magma bollente, l'esplosione, alla
una in punto.

I non-riciclabili venivano cosi' in realta' riciclati,nel piu'
grande digestore disponibile. Le macromolecole iniziavano il loro lungo
tragitto di fusione e scissione, che le avrebbe riportate, forse ,dopo
qualche milione di anni, alla superficie, in qualche nuova catena mon-
tuosa o in qualche nuovo isolotto del Pacifico.

Un'alra ora, dopo il colpo, era necessaria per i controlli delle va-
rie registrazioni, la rilevazione dei parametri necessari al dimensiona-
mento della nuova carica, i calcoli medesimi e la predisposizione del
sistema.

Rimanevano tre ore di margine per gli imprevisti e le operazioni di
manutenzione programmata da eseguire prima di iniziare la ricarica.

Non c'era certo da perdere molto tempo. Con tutto cio' Pippo aveva tradi-
to pochissime volte, gli utenti erano soddisfatti per la qualita' e la
puntualita' del servizio. La produttivita' era buona. Pippo sparava nel
magma medimente 70.000 metri cubi di non- riciclabile al giorno, con una
capacita' massima di 300.000 mertri cubi a volata. L'ampio sottoutilizzo
era stato voluto, come indispensabile margine di sicurezza operativa.

Le cnque camere di espansione e raffreddamento dei gas, disposte a
raggiera, da tre milioni di metri cubi ciascuna, riuscivano a contenere
le variazioni ed i valori assoluti di pressione in termini accettabili,
provvedendo cosi' anche ad annullare quasi le vibrazioni.

Sui cinque raggi bisettori, altrettanti centrali di generazione, tras-
formvano il calore generato da Pippo in energia elettrica, sruttando
il salto termico tra le camere di espansione e l'esterno, realizzando
cosi' anche la funzione di termoregolazione del sistema.

La decisione di dar corso ai lavori era stata travagliata, ma quasi
inevitabilmente, quando neanche il piu' misero dei paesi aveva piu' accettato
di far da pattumiera. I costi di smaltimento erano aumentati a tal punto
da giustificare l'investimento.

Gli studi di fattibilita',del resto,al momento del via erano gia'
pronti nel cassetto, da decine di anni, in attesa del momento favore-
vole.

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Accadeva talvolta di dover saltare una carica di non-riciclabile, ma
Pippo sparava ugualmente, a salve, n po' per mantenere il condotto aper-
to,ma soprattutto per non deludere le attese dei napoletani e dei turis-
ti. I napoletani avvertivano sempe le lievi differenze nella voce di
Pippo a seconda della carica di esplosivo e la interpretazione come diver-
si stati di forma fisica e psicologica del loro amico, traedone auspici
piu' o meno favorevoli del tipo: - iii,u lione ha scparato bbene oggi, si
prospetta una felice serata.-

Senz'altro l'impianto etneo,grazie alla superiore fluidita' del suo
magma, aveva una capacita' di smaltimento superiore, ma era un fatto pura-
mente industriale, non aveva assunto lo stesso fascino.

Inizialmente si era temuto per il turismo ed invece Pippo era diven-
tato una delle attrazioni principali di Napoli, e la sera, insieme alle
frotte di ragazzi locali, anche molti turisti salivano sul vecchio tre-
nino ad onda continua : in un paio di minuti si trovavano direttamen-
te all'interno della grande torre cilindrica che sovrastava il Vesuvio,
emergendo per cinquecento metri dalla bocca principale del cratere.

I ragazzi ed alcuni turisti scendevano al piano sottostante la sta-
zione d'arrivo, in discoteca, nel ventre del vulcano, immediatamente
sopra la sezione operativa di Pippo, a provare gli antichi,rossastri,
pagani, tellurici, brividi e bagliori.

Ai piani inferiori, nei centri di manutenzione e controllo, l'atti-
vita' continuava incessantemente.

Tutti poi, i turisti residenti nella sezione albergo e quelli prove-
nienti dalla citta', i ragazzi e le ragazze dela discoteca, gli operai
addetti al cannone, nelle loro ammiratissime tute rosso carminio, si
trovavano, dopo la mezzanotte, all'ultimo piano, il ristorante, a godersi
la vista degli astri, della citta' e del golfo, soto la grande scritta
luminosa azzurra: Pippo's - Pizz'e Napule .

di Giorgio Paliaga
Via Tognoli, 43/I
21018 SESTO CALENDE (VA)