NIENTE DI NUOVO TRA I FORZATI DELL'ESTINZONE

Immerso nei miei giorni annaspo, a cieche bracciate invento rotte senza
orizzonti definiti,ipocrite mete,atte a sfuggire, ai maligni draghi acquattati
in agguato tra le creste fluttuanti delle stupide cose di tutti i giorni,
instancabili fagocitano tute le mie energie, le mie illussioni e a volte anche
i miei sogni.Non c'e' spazio tra le pieghe della mia carne per teneri umori
d'allegria, solo la nostalgia e' grande quanto e'grande e immensa la pena che
mi circonda.Vedo cadere le mie spine e i miei petali ad uno ad uno e mi
rammarico dell'assenza di dolore;solo uno sguardo giu' dalo stelo e
scandagliare il buio abissale, che cela nel suo capace ventre, piu' meraviglie
che lo splendore di mille tesori.
Le mie dita si consumano alle pareti ruvide di tasche miserabili, unico
conforto, ricordi ViVi!dove il tempo implacabile, con le sue aguzze armi, non
e'riuscito a farvi, una sola scalfittura, ada aprirsi una breccia d'oblio.
Allora io mi nutro di pezzi di ricordi e le energie che rigenero,con quel
nutrimento, colorano le mie albe,recitano le mie giornate e salmodiano i miei
crepuscoli.Da saggio asceta raziono il sacro cibo,attento agli scialacquaggi,
preoccpandomi abbastanza nel procurarmene dell'altro.
Ma per quanto mi affanni e sprema, il limite della parola scritta, non ti
potra' mai far partecipe di cio' che invade la mia vita, senmai puoi
apprendere cio' che muove la mia vta,perche' tu, con la tua amicizia, ne sei un
ingranaggio importante.
La magia della vita e' banalizzata tutti i gtiorni e il suo valore inarca le
membra sotto l'immane pressione di un'inflazione vertiginosa, immessa nello
spazio, in modo massiccio,camiffata dalle onde audiovisive. La carne dei
popoli,senza piu' il collante del rispetto e dela solidarieta',si sfalda in
grumi di putredine e l'amore ormai,sembra aver subito una metamorfosi
Kafkiana. Il lungo sonno,potrebbe essere salvezza,ma nemmeno piu' quello
esiste; sule bancarelle degli spacciatori vi si trova soltanto l'insonnia e il
sonnambulismo e per chi se lo puo' permettere,scampoli di pazzia che durano
un'attimo,appena il soffio di un'esistenza sbagliata.
Noi,non siamo smme,risultati di cumuli di errori e di orrore, i nostri
cervelli sono totalizzatori di ferocie; ce ne andiamo fieri,tronfi nella nostra
prosopopea come fossimo i primi nella scala gerarchica,senza il coraggio pero'
di guardarci indietro anzi, con la voglia ogni tanto, di tirare una riga e
cancellare un pezzo della nostra storia vergognosa.
Ogi,io ti dico che non siamo niente! e nulla ha veramente importanza siamo
inutili e come tutte le cose inutili, siamo anche dannosi. Tutta questa palla
di fango su cui indegnamente striscia,o,ne sta facendo le spese; l'abbiamo
impregnata di veleni e sangue ed e' troppo tardi per salvarla, la sua agonia
echeggia ai quattro punti cardinali; ormai non ci ferma piu' nessuno e semmai
vorremmo falliremmo anche noi stessi.
La consapevolezza di tutto questo e' un giglio di inquietudine e di pessimismo
che mi nasce dai profondi strati del cuore,dove l'arida scorza,che ricopre
anche me,come tuti,ostenta una crepa sanguinolenta e per questo fertile e
germoliatrice ma per quanto tempo ancora? IL vomere meccanico del tempo
continuera' a tracciare altri solchi e finira' per coprire questo rosso
spiraglio di speranza? Nuovi fertilizzanti chimici inquineranno la sorgente?
Paziente aspetto e godo del tepore del pallido sole,che con i suoi flaccidi
raggi, irradia appena i filamenti delle mie cellule e mi scopro ancora,rettile
solitario,sotto un cielo di Poiane,anch'esse in via di estinzione.L'estinzione
e' un marchio di fabbrica del nostro tempo accecato e' sponsor benemerita di
sport massificato.L'estinzione:non piu' da commeia piccolo borghese,di
casta in declino ma tragedia pianificata,pensata in grande,sull'esistenze
giudicate arbitrariamente, di tutti e di nessuno, gruppi etnici,minoranze di
fiere razze, interi popoli "neri","rossi","gialli", e poi varie specie
d'uccelli,animali dogni genere,pesci e ancora piante,fiori,intere foreste,laghi
,fiumi e dil diavolo che ci porti perdio!Tutto docile,disarmato,mite,sconsolato
ed alora giu'ad affondarvi le luride mani a squartare,annientare ad azzannare e
violentare oggi domani sempre, senza sosta.Siamo i forzati dell'estinzione,
anonima assassini per vocazione,maledetti,maledetti!ma il gioco della morte
accontenta tutti, specie gli imbecilli come noi gli insensati inetti che
delegano al potere costituito(quale potere poi?)le eventuali"misure
d'emergenza atte a superare la crisi" e i fiumi di parole scorrono tumultuosi
oltraggiosi ed avvelenati come i fiumi delle "chiare,dolci,fresche acque"
condutture di scarico delle fabbriche chimiche Union Carbide,Icmesa,Sandz e
compagni,avvelenati e contaminanti dai nano-curie dai fitofarmaci dei
diserbanti dall'Atrazina assassina. Per quanto tempo andremo avanto cosi?La
nostra civilta' ormai e' diventata una colonia penale e le nostre citta' sono
campi di concentramento psicologici,siamo assediati dei vortici pubblicitari
che come aguzzini spietati ci impongono medus vivendi obbligandoci anche a
cagare all'ora prestabilita; in questo rincoglionimento totale e' grande il mio
smarrimento e la mia paura.Mi scopro con raccapriccio incosciente per aver
fatto quello che ho fatto perche' poteva non andar fatto:ad aver messo al
mondo dei figli per prima cosa. Io mi battero' sino alla fine per salvarli
dalla scure ma so' gia' adesso che come unAbramo obbediro' e li condurro' alla
montagna del sacrificio perche' non c'e' nientaltro da fare perche' tutto e'
stato gia scritto, io stesso offriro' la mia nuca o il mio petto al gladio
luccicante ed affilato ma sperero'sino alla fine che qualcuno,fermi la mano
dell'anonima vulgaris,anche se poi, dovro' soffrire e cento piu' volte perche'
venti nuovi son difficili,da nascere e spot telegenici invadono i marciapiedi
con opacita' cadaverica e orde di dannati rutilamo sui porfidi,come le loro
catene,nel rituale antico dei millenni.Afinche' nulla turbi le consuetudini,la
parolaVita e' stata cancellata da tutti i dizionari e dalle menti di ogniuno,
giace rinchiusa come reliquia demoniaca,in una cripta di piombo,se ne occupano
della custodia:sacerdoti-scienziati,premi Nobel ed assistenti di laboratorio,
esperti in alchimia,deteriori del libro della magia e della grazia,gelosi e
superbi con le orbite vuote per non guardarsi nemmeno tra di loro.
La prepostenza e la morte,le uniche forze trivellatrici,che traggono energie
martoriando il bello e il venire.Nuove fonti du spplizi si ergono nelle
capitali di tutto il mondo;tregue inutili aneliamo, le armi crepitano tra i
vicoli,le calli e le piazze e lo faranno per tutta la notte.Intanto il
crepuscolo,almeno questo, volge al termine,nuovo buio viene ad aggiungersi al
buio come e' giusto che sia ed anche oggi siamo tranquilli; niente di nuovo e'
venuto a turbare i forzati dell'estinzione. Ora che non so decidermi conquale
contestazione amarmi mi si stringe il cuore, l'anima,nello scoprirti sempre
piu' lontana,luminosa amica, non vorrei saperti sofferente e soliale con me ma
penso che ad ogni modo meriti il mio silenzio; in questo nuovo Natale che
si ostina a ritornare senza piu' una Palestina ad ospitarlo, in questo deserto
sconsolato,potremmo,magari,offrirgli il buco nero del nostro AMORE.

di SALVO NUGARA
Via Fontanesi,16
10153 Torino

 

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IL NEMICO

Distese di silenzi
e striscie dolorise di catrame
............................. da "Ancora l'implacabile sete"
collana di poesia Sagittario * 80
Italscambi Edizioni
C.P. 23 Torino