SALVO NUGARA
VIA FONTANESI N.16
10153 - TORINO

 

STRANE STRADE
(ALPHABETICAMENTE)

Progetto di una raccolta poetica di Tautogrammi ad Alphabetum tra il serio e
il faceto di:
SALVO NUGARA DA TORINO Via Fontanesi 16 tel.011/883174

AI SOPRAVVISSUTI

E le rosse promesse
Ormai perse
All'impervie vie
Dalle amare nostalgie
S'addensa uggiosa
Dei ricordi la messe
Di braccia alzate
Di mani strette a pugno
E le argute parole
E le urla sommesse
E le fughe in avanti
E le soste obbligate
Vane attese
E perdute scommesse
Assassinati sogni
Di sfuturate generazioni
Con le spalle al muro
Murales viventi
Che si guardano
Distrattamente
Nella rincorsa degli eventi
Polverose croste
In balia dei venti
A volte scuotitori
Ma sempre sferzanti
Delle giuste parole
Degli inutili errori
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ABBARBICAMENTO

Accuratamente accatastati,
ammalati anorressici annusano adunchi anemoni,
azzardando aspetti azzimati,
azzurre attrazioni,
autolesionismo autarchico;
allora angeli amorosi,
ascendono, annotano, ascoltano, abiurano.
Alice abita ancora all'angolo;
alibi assurdi all'ammazzatoio.
Ascolto aneddoti,
attendo aliti alieni annientatori.
Afasie ascetiche anziche' allusioni azzeccate.
Ammirabile amico, animoso, accattivante,
ancoroso, antipatico, agnostico, arioso,
allampanato animale, alzati all'alba
accompagnami all'acrocoro
annuso aliti acrilici,
acquattati tra l'anima e l'astuzia;
aspidi, attendono allineati,
attorcigliati alle amanti,
abbacinate dalle aurore antiche.

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BARBAREGGIARE I

Buana balbetta: bastardi, bastardi;
black baby braccati, boscaglia balorda
buio bunker e bagliore bazooka,
"basta badrone, basta badrone
io brucio",bacino al becchino,
blitz di bulddozzer,
Botha bye-bye.

 

BARBAREGGIARE II

Boston by-night
al bancone bar,
boxeur e blaguer,
bohemien e book-maker, bevono bitter.
Brinda il bugiardone brutale,
bradifasia del bisogno,
bissare il businnes del bric-a-brac.
Baby-sitter in baby-doll
bardate di bijou, ballano be-bop.
Boy-scaut con binocolo e biberon
al baccanale dei baciapile.
Ai bordi di block-notes
bollo a bomba la babele,
brama il balilla con la biro,
by-pass al best-seller.

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CERTI CRISTI in-CORNICIATI (Impressioni ad una mostra fotografica)

Canaglie come cani,
calzari come ciniglie.
Conigli che corrono,
cacciati, circondati, catturati,
cotti in casseruola alla cacciatora,
companatico condito,
calda cena, culto del citrullo.
Cavalli Celti, cirri colorati, cuspidati;
-compenetro il cristallo in-corniciato
caduchi cuori calati al capezzale del cialtrone,
caliaa capricciosa del cranio ci carapace.
Carogne in carro-armato
case di carta corazzate
cose di carta calunniate
in cumuli caduti
in casse criptate.
Carcere e concentramento,
coraggio e combattimento,
catene e castigo,
come cani e conigli
con calzari di ciniglie.
Cosi' crepitano i carrillon dei "Chicanos"
calati nei cunicoli cupi,
coca-cola, cobra e cocaina,
chiave che chiude il chiarore;
chocolate, curry e cannella
e carne cotta di cammella.

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DAI, DORMI, DOMANI E' DOMENICA (dolori e vergogne di ieri e di oggi)

Dei e demoni a dorso di destrieri,
dragano il domani,
dispettosi e disperati,
diramano disgrazie e donano dolore.
Dolciastre Democrazie Dappoco
decrepite, depauperate,
dai dannati del divino.
Dionisiache domande,
dentro le darsene dolenti:
Di destra? Dirugginando i denti,
-dondolando le dita dichiara il disappunto-.
Il Despota sul davanzale dissimula,
le dissidenze con le dissolvenze.
Deportazione, diaspora,
dignita' debellate,
in discipline debordanti.
(decisi al drenaggio dei detenuti duri,
dopodomani daranno disposizioni dettagliate)
Le Doglie dittatoriali divaricano il domicilio.
Drammatiche dottrine drammatiche
ma drappelli di Dragoni disertano,
dipanano drogati con Durlindane di Durium.
Dischi d'oro drappeggiano
dentro dacie dimenticate,
a duplicare le distanze ti dico:Dai,
dormi, sul divano damascato,
domani e' domenica.

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EPOCA EDONISTA

Egli, emana euforie esagerate,
elegante, eroico, efebico,
eccehomo ipicureo,
erotomane, edace ed eclettico,
eccellenza egemone ed economa,
di eden e di eldoradi.
-Entrate nell'eterno eremo,
emancipate elite di edonisti effemminati-
Elemosinanti embrionali,
esegeti estetici ermeneuti;
essi esistono esitando,
esili esordi in esclamazioni erudite,
esprimono esibizionismo espressivo;
espugnano essenzialmente, esplosioni endocrine.
Estinguono estive eredita extrasensoriali,
epigoni esultanti ed esuberanti,
evanescenti echi eufemici.
Eugenia Europea eversiva, eviratevi!
o evitate echimosi, ematomi, esplosioni;
esistenzialismo essenziale,
esemplificato ed esagerato;
Eserciti essenziali: elmo ed elsa erosi
ed esecuzioni esenti.
Epoca equilibrista, emancipata, edulcorata.

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FRATTANTO FRASEGGIANDO

Finche fioriscono fiori di fumo alle finestre
formando facce di fantasmi famelici,
che forano il firmamento in fasce fluorescenti;
fintanto che fanciulle fascinose,
fingono fasti di favole fantastiche
e femmine favolose, fumano filigrane fieramente;
Finissimo filo fiducioso
fra le frasi fatte,
filisteismo falso e folle.
La fama e' fiume con fissa foce,
flagello fluente di folle frustrate,
futuro fatale alla furia flaccida dei figliastri
fiancheggiatori di falsi finanzieri.
Fusti fanatici filtrano fango dalle fusoliere,
alle fiandre, foreste fiamminghe
han fauci di folto fogliame
e feroci farfalle
fagocitano futili futuri, foschi e fottuti,
fossi fantoccio,
fiammeggerei i fianchi di frasche,
felice, finalmente, firmerei la fine!

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GAGEGI - GOGU A mio figlio
GABRIELE

Gelsi, gerani e germogli di ginestre gialle
guardandoti, gaio e giocoso guarivano i giorni
"gagegi-gogu", graziosi gorgoglii e gesti giulivi.

Amo ascoltarti addossato alle aiuole
aggraziati ammiccamenti allacciano amicizie
aggiungi ancora, artistiche attrazioni allegoriche.

Basta baciarti, birba e balbetti:
"babbo babbuto, bello baffuto'
baldanzoso balli, bruno brigante.

Resto rapito, rimbambito
recupero risate e rime trovate
ragazzo, rimani ridente e ribelle.

Io invero inventero' isole ideali
istrioniche ideologie, iniquie idiozie
incanti iniziatici, imprevedibili ironie.

Eppure eruditi elfi esclamano eresie
etiche etimologiche esecrabili
ebbrezze elegiache estinguibili.

Lirico lamento liberatorio
l'ellisse limata, logoro logos
lucida liberta' e luce legale.

Entra esploratore Europeo
erede entusiasta, energico emulo
elemento essenziale: ESSERE!-

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KARKADE'

Individui ierativi imploravano
imberbi iene implacabili
Killer iconoclasta l'Iman
ideocrazia d'idealisti inutili
idioti ideopatici
inebriati dall'humus dell'Ibisco
impenetrabile isola, Arabia esaurita
da usurai inauditi
Icone infamanti inaugurano
iniziative intelligenti
(sull'asse critico Oriente-Occidente)
Ministri come Ialee
approdano incauti su deserti
di sterpi, stracci, sterco e serpi
Il riscatto del ricatto
Identi-kit dell'integralista
la lista della spesa
la sposa del Tirolo
in volo col tritolo
"homo homini lupus"
Tra i campi di cocomeri
tra i rossi papaveri
e il granturco ormai maturo
l'icosaedrico Dragone Imperiale

 

 

riunisce ancora il Ku Klux Klan
nel gioco del harakiri
Sopportare questo inutile pene
senza un perche'
e' meglio mi beva il mio Karkade'
e resti nei limiti di un Tete-a-Tete.

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LUMINESCENZE LONTANE

Lieve e lineare la linfa limaciosa
Limitava l'Agave e i Lilla'
Lugubre lotta del lercio libeccio
Lapislazzolo luminoso
Lento lavorio ai lontani lidi
E lacustri lande
Laide locuste limano leste
L'estro e il logos
Luride labbra lambiscono
il lino del lenzuolo
E la lugubre lagnanza
Lascia le lingue lise
La lana livella
Le lentezze e lava
La loquace liquidita'
Luna, luna, limpida e luminosa
Lolita lontana
Lancia la lenza letale
Laggiu', laggiu' e' lotta
Di lombrichi.

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ROSPO-BARDO

Rare rime rimangono
rimaneggiate e ritorte
ruotano romantiche reminescenze
-remote-
Religiose reliquie riflessive
ritmico remigare del ramingo
-relitto-
Ramo ritorto regresso
rozzo ranocchio reale
-rimani-
Rauco rampante raggio
-respirato-
Rampollo reietto
Romanico rigattiere di rose rosse
Rapido raschi il rigo
reincarni il ritmo
Ruota rovente, rusticano rantolo
Riaffiorano ricordi: Riccioli rossi,
ragazzo ribelle, ricca reggia.
Remissivo ringhiare nel rotolare
dalla rupe.
Rude realta' di rocce ramate
rinnovato, riparti e non rimani
ma restano rime
anche se rare.

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LA PRIMA LETTERA DEI PROBLEMI

Nelle piazze il popolo avulso si accalca
partiti chiamano al raduno
P.S.I., P.C.I., P.D.U.P.......
il caso si e' voluto divertire
come a dare il marchio di fabbrica
munendo di una "P"
tutte le parole che contano
Potere, Padrone, Polizia
poi pero' si son preoccupati
ed han fatto subito
Pazienza, Pane, Piacere
tutte cose pero' che puoi avere
soltanto se pieghi la schiena
e lasci il Paese in Pace
con una buona Programmazione
hanno promesso
di cambiare la follia in pazzia
lo schiavismo in Politica
la repressione in Produzione
Solidarnosc in Politbjuro
la speranza in Papa
cara Polonia in solitudine
manca solo il gesto di provarci
nel Poltrire
del finto Progresso
il Principio e' cio' che Preme.

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a MONTALE

Sassi, Sassolini, Sabbia.

-- Sensazioni sulla sabbia senza scampo --
Ossi di seppia simili a scheggie di ossidiana
scalfivano scaglie senza siero,
nella sera scesa silenziosa e scura,
scavavano senza sosta
sotto la scorza stratificata
della scena: Lascia stare l'ascia tagliente!.
Lascivia individualista lasciata a se
senza l'ascolto scabroso e sensuale
di uno schiaffo sul sedere.
Scialbe sconcezze
sciorinate a sciami di scemi
(scisso lo scopo, scade lo scoop.)
Seni secchi saccheggiano sguardi stanchi;
sassi sudici sui sagrati
saliva nei solchi
segreti di serpenti assassini.
Sabbia salata sapore di sogno
la scia bianca, sicuro sintomo;
Sereno ne sento il soffio,
ossequioso saluto e sosto, esausto:
"Lo sciabordio di scorie scadute
sulla sabbia scura,
lasciava un fetore di morte dietro se".
Sicuro successo alle postume sentenze?
Assuefazioni sintattiche e sinistri sillabari,
sfaldano sinusoidi di schivo sapere;
Saccquietano ormai, i servi senza piu' segreti.