CAPPUCCETTIO ROSPO

C'era una volta una
bambina di ventritre
anni (quindi non piu'
tanto bambina) che
si chiamava
Cappuccetto Rospo.
Perche' proprio
Cappuccetto Rospo?
Chiedetelo alla
mamma che si era
anche un po' stancata
di vederla per casa
con quella brutta
faccia, tanto le
aveva buscate
dal padre.
Il padre continuava
a ripetere:
"Una bambina di 23
anni e non ancora
maritata?Al diavolo".
E giu' botte.
In verita' la bambina
che amava vestirsi
quasi sempre di rosso
(specie gli indumenti
intimi) non era cosi'
brutta, non peggio
d'un rospo appunto,
ne' era d'altro canto
uno stinco di santo.
Forse il "dispetto"
era una delle cose
che gli piaceva
di piu'.
Ad esempio durante
l'ultima campagna
elettorale nel paese
Cappuccetto Rospo
abbe il coraggio di
sfilare pantaloni e
mutande ascellari al
sindaco mentre
pronunciava il suo
discorso.
Questi cerco' con
tenace disinvoltura
dui celare le proprie
nudita' dietro il
laggio, perche' era
suo dovere completare
l'intervento,
ma Cappuccetto Rospo
riuasci azionando
una serie di martinetti
idraulici a rovesciare
il palco intero.
Pensate che spettacolo.
La gente fu entusiasta.
Il plauso scoppio'
in una risata generale.
Ad un'ovazione segui'
un'altra e si inizio'
a lanciar invettive
contro il sindaco
e non solo per cio'
che Cappuccetto Rospo
aveva provocato
ma anche perche'
le proposte rivendicate
e la piattaforma
elettorale erano di
una schifezza unica.
Il sindaco perse le
elezioni.
A Cappuccetto Rospo
non ando' molto meglio:
la sera stessa
dell'incidente
fu rintracciata da
le guardie fedeli
del sindaco: una
di loro le uso'
violenza! Le altre
nove, pure!
Fu cosi' che presa
dalla paura di
riincontrare questi
malviventi
Cappuccetto Rospo
si chiuse in casa
per mesi e mesi.
Ma a casa non e'che
le storie fossero
piu' felici. Il padre
cantinuava a ripetere:
"Una bambina di 23
anni e non ancora
maritata? Al diavolo".
E giu' botte.
La mamma per ovviare
a questa situazione
e per il bene
della piccola cerco'
di togliersela
dalle scatole con una
scusa banale:
" Senti Cappuccetto
Rospo prendi questo
cesto di frutta (marcia)
e vai a portarlo alla
nonna nel bosco".
"Ma quale nonna? -
disse Cappuccetto
Rospo - Non sapevo
avessimo una nonna
e tantomeno che
abitasse nel bosco".
"Certo che abiamo
una nonna! Quella
sclerotica madre di
tuo padre e' cosi'
fuori che ha deciso
d'abitare da sola
in mezzo ai boschi".
"Non era meglio un
ospizio?"chiese allora
Cappuccetto Rospo.
"Ma va, va! va' salla
nonna! E fatti ospitare
almeno due o tre
settimane". concluse
la mamma che diede
il canestro di frutta
a Cappuccetto Rospo,
la spinse delicatamente
fuori dalla porta
e per ultimo l'avverti':
" Vai! E stai attenta
ad attreversare la
strada. Non fermarti
a parlare con nessuno
e tantomeno con quei
stupidi sbirri del
sindaco (ex sindaco)!"
Cappuccetto usci' di
casa, fece una
ventina di metri,
si volto', saluto' con
la manina la mamma
e poi prese diritta
la strada del bosco.
Come avrete notato
nessun ammonimento
contro i lupi cattivi
e beffardi.
In realta' il lupo
era ormai una specie
in estinzione e
gia' da tempo persegui-
tata. In citta'
era scoppiata da
qualche anno la moda
delle pellicce e
dei copricapo di lupo,
gli orecchini di moda
erano fatti con i
denti del lupo, la
coda stirata era
usata da cravatta,
ecc... ecc...
Insomma il lupo
era animale prelibato
per le soddisfazioni
ludiche della classe
medio bassa e alto
borghese nonche'
aristocratica.
Di lupi ce n'erano
pochi e ricercatissimi.
Cappuccetto Rospo
percio' si incammino'
tranquilla per un
sentiero nel bosco
e puntualmente
si perse.
Per sua doppia fortuna
incontro' uno di quei
rari lupi che si era
avvicinato a debita
ttrattoa
dall'odore della
frutta marcia.
Il lupo disse:
"Dove vai piccola?
Non andrai mica dalla
vecchia sclerotica?"
"Si, e' mia nonna -
rispose Cappuccetto Rospo -
ma ho perso
la strada!"
Il lupo affamato
com'era propose
allora un baratto:
"Se mi dai qualche
mela io ti indico
la strada giusta
e la piu' breve".
Cosi' fu.
Il lupo svani' fra
gli alberi con due
mele mentre
Cappuccetto Rospo
s'incammino' di nuovo
e dopo poco vide la
casa della nonna.
Busso' alla porta,
nessuno rispose;
entro' in cucina, poi
in camera: la vide
sul letto e grido':
"Ciao nonna! Sono
Cappuccetto Rospo ".
La nonna balzo' dal
letto e domando':
Cappuccetto chi?!"
"Cappuccetto Rospo ,
tua nipote! Mi manda
la mamma a portarti
della frutta!".
Rispose prontamente
Cappuccetto Rospo
"Ah, tua madre! non
s'e' mai degnata di
mandarmi qualcosa:
come mai ora tante
attenzioni?".
Chiese la nonna che,
come tutte le nonne,
comincio' a squadrare
la nipotinA DALLA TESTA
AI PIEDI: "tI SEI FATTA
GRANDE Cappuccetto
Rospo , ma che orecchie
grandi che hai?
Che occhi e che bocca
grandi hai?".
Prontamente Cappuccetto
Rospo replico':
" A parte che queste
osservazioni le dovrei
fare io, non hai mai
pensato di farti gli
affari tuoi?!
Senti nonna e' meglio
che tiri fuori
qualche liquorino
(ce l'hanno tutte le
nonne) e poi ci
facciamo quattro
spaghetti aglio e oglio
tanto mio staro' qui
qualche mesetto".
La nonna acconsenti'
e prepararono un
succulento banchetto.
Dopo di che con la
pancia piena e la
mente offuscata
dall'alcool decisero
di andare a dormire.
La nonna non fece in tempo
ad entrare in camera
che piombo' di botto
sul letto, Cappuccetto
Rospo con piu'
parsimonia inizio' a
togliersi gli
indumento rossi.
Fu in quel momento
che passo' di li'
il "cacciator del
bosco, un bel
omaccione forte e
muscoloso. Questi
sbircio' dalla finestra
e vide la piccola
spogliarsi, quando
gli sguardi si
incrociarono fu amore
a prima vista, come
nelle favole.
Lui entro' e
approfitto' di
Cappuccetto Rospo ,
lei consenziente.
Nel frattempo anche
il lupo si rifece
vivo, due mele non
gli erano bastate,
e l'odore che proveni-
ca dalla cucina era
troppo invitante.
Rovistando fra le
pentole fece cadere
lo scolpasta,
il cacciatore si
insospetti' e disse
a bassa voce:
"C'e' qualcuno di la'
in cucina ! La nonna
non puo' essere, senti
come russa".
Allora imbraccio'
il fucile, quatto quatto
si avvicino', vide il
lupo e senza dire nulla
sparo' a sangue freddo.
Il lupo morente
sussurro':
"Bastardo!" I
l cacciatore invece
esulto': "Ho ucciso
un lupo, ho ucciso
un lupo...! Oggi e' il
mio giorno fortunato".
Ed era proprio una
bella fortuna, un lupo
cosi', anche se un po'
patito, valeva proprio
un sacco di soldi!
Il cacciatore e
Cappuccetto Rospo
con quei soldi
si sposarono e misero
su' famiglia.
Non vi dico che gioia
da parte dei genitori
specie del padre di
Cappuccetto Rospo.
La nonna fu spedita
all'ospizio e cosi'
vissero tutti
felici e contenti.
Tranne il lupo.
Ahime'!.

 

FINE

CAPPUTTO ROSPO E' DI:
pasian marco

l'originale e' stampato per le edizioni FONO FUSIONI CON LE ILLSUTRAZIONI
DI:
alberto castelli
rita vitali rosati
valeria landolfi
pierpaolo limongelli e anna greco
enrico aresu
alessandro ceccotto

per informazioni: PASIAN MARCO
v. s. elisabetta, 43
30026 PORTOGRUARO (VE)