B O C C O N E

Lui fotografava solo gente che mangiava. Era capace di fermarsi a
meta' di un discorso, dire: "Mi scusi", correre dalla sua amata
macchina e immortalare il signore con la bocca aperta, i denti
bramosi in evidenza, la smorfia del viso proprio nell'attimo in
cui inghiottiva un grosso boccone. Oppure gli capitava alla sua
tavola quotidiana di scappare dal pranzo, raccattare in fretta la
macchina e immortalare di sorpresa il familiare che ingurgitava
una forchettata di spaghetti. Era irresistibile per lui; dovunque
e con chiunque fosse a mangiare gli poteva capitare l'ispirazione
,e allora : macchina alla mano,clic e foto.
La dsua camera era tappezzata di personaggi con fauci spalancate o
bocchine appena dischiuse, facce rubizze o visi evanescenti, ma
sempre e comunque in quell'atto. Chissa' cosa lo attirava tanto...
Forse l'azione di nutrirsi, l'attimo esatto in ci si da' forza
vitale al corpo introducendovi cibo, o forse il piacere
quasi sadico di vedere quele bocche scomposte contrarsi e defor-
marsi nell'aprirsi a ricettacolo di alimenti un po' schifosi:boc-
coni d'arrosto grondanti sugo , pezzetti d carne gia' sfibrati
dal seghetto del coltello, fette di pesche sfilacciose...
A chiunque avrebbe fatto senso questa parata di ritratti dal-
l'aria felliniana, ma a lui no. Eppoi, che c'era di male se della
gente lo attraeva solo questo gesto?
Un giorno, era seduto ad una grande tavolata, regnava la confu-
sione e il rumore di piatti, successe qualcosa di strano e di
improvviso: in un istante ogni rumore cesso'; l'unico rimasto era
quello che mai s'era sentito perche' sempre sommers dagli atri:
il rumore delle mascelle che masticavano cibo. Decine ,centinaia
di mascelle. Poi tutto si fermo'. La gente era come impietrita,
immobile, piu' nessun movimento, nessuna parola, nessun rumore.
Niente. L'uomo si guardo' intorno attonito: lui era l'unico che
poteva muoversi! Fisso' gli altr e si accorse di qualcosa di
ancor piu' incredibile: tutti si erano bloccati nel'attimo esat-
to in cui stavano per inghiotire cibo, le bocche spalancate,il
boccne sulla forchetta...Era come se tutto si fosse fermato per
lui, quasi che per uno strano fenomeno si fosse creata la si-
tuazione ideale per le sue foto. L'uomo, interdetto, stupito,
felice, corse alla sua macchina: quante bocche diverse, quante
facce in posa...non aspettava altro! Clic,clic,clic,clic.Non
finiva piu' di fotografare.Ad un tratto qualcosa non funziono',
la macchina manco' il clic,tutto si rimise in moto, la gente
riprese le chiacchiere, il gesticolare, il mangiare, la confusio-
ne torno' a regnare. Ma mancava qualcuno. Lui; scomparso in un boccone.

di GIULIA SQUADRINI
Viale Fabrizi,119
41100 MODENA