UN CASO DI STRIPLAMENTO

Noi siamo in tre.
In tre, in tre, non come voi che al massimo fate vita a due.
Ma... non fraintendete. Noi siamo tre maschi. Cioe' no... anzi
si... non e' come pensate... insomma cerchero' di spiegarmi
meglio.
Tutto inizio' il giorno che vidi mia madre in sofitta sul banco
degli imputati, perche' aveva il vizio di rubare le rose della
signora Marisa. I quarantasette giudici parlarono senza muovere
le labbra e condannarono mia madre alla morte per strangolamento
tramite la catena dell'ancora di una nava, che era dipinta nel
quadro del salotto. Io pensai che in fondo se lo era meritato,
dato che la signora Marisa e' sempre tanto grassa e gentile.
Anche mia madre era sempre tanto buona con me, non mi faceva mai
mancare le sberle. Comunque questo non c'entra.
Sta' di fatto che il dottore mi fece tirare fuori la lingua, mi
illumino' un occhio abbagliandomi e disse: "Brutta storia ,brutta
storia". Io pensai che si riferisse alla faccenda della soffitta
e annuii. Lui invece mi guardo' fisso e tetro e ripete': "Brutta
storia, brutta storia".
Da allora fmmo in tre.
Io sono il piu' bravo.
Uno invece e' ladro e bugiardo e l'altro e' uno sporcaccione,
un'autentica birba.
Qualsiasi cosa loro facciano, la gente incolpa me. Ditemi voi se
non e' un castigo di Dio.
Comunque la situazione ha i suoi lati positivi, infatti io non
sono come la Caterina di Russia mia vicina di branda -
figuratevi che e' un uomo - che sta' sempre chiusa qui. Io no...
si va beh... sono qui da quattro anni; da quando uno degli altri
due salto' addosso alla postina...sapete, quelle ragazze che
fanno i tre mesi. No ,appunto dicevo, io non sono sempre chiuso
qui, mi hanno portato perfino in America, dove fior di professori
chiedono le mie opinioni su argomenti c he suppongo importanti.
Mi mitragliano di domande per avere deucidazioni sulla vita.
Sono diventato un grande filosofo.
Che invia per gli altri due, che mi seguono sempre ma non vengono
mai interpellati. Io invece sono molto ricercato e conteso.
Dovreste vederli quei sapienti in camice bianco come registrano i
miei enunciati, e come si accapigliano poi nel discuterli per
coglierne il senso piu' profondo. Ora mi trattano coi guanti e mi
chiamano "signore". Comunque cio' non toglie che eravamo, e
continuiamo ade essere in tre, e questa e' stata la cagione di
molti miei imbarazzi.
Una volta, approfittando della distrazione degli altri
due,riuscii ad ottenere un appuntamento con una ragazza che
all'epoca mi provocava un anomalo quanto dolce turbamento. Non
ricordo come si chiamava e non ricordo che faccia aveva, e tutto
sommato non ricordo neppure perche' mi attraeva. Era una persona
mediocre non paragonabile a me, che come avrete gia' capito, sono
un genio.
Beh insomma, quel giorno scendeva una cosa dal cielo che sembrava
miele rosa, anzi no, fuxia. Miele fuxia.
Le misi subito una mano sulla testa per ripararla con gesto
cavalleresco.
Lei mi guardo' stupita e mi chiese cosa stessi facendo. Io
ritirai la mano un po' offeso e deluso del fatto che
quell'ochetta avesse scambiato un gesto di squisita gentilezza,
con chissa' quale mancanza di rispetto. Cmunque la feci salire
sull'auto. Mi accorsi dopo cinque minuti che sull'auto c'erano
anche gli altri due, che mi guardavano sornioni come per dire
"credevi di farcela eh?""te la volevi tenere tutta per te la
pupattola dosa eh?". E si presentarono da soli.
Prima uno; che tento' di fregarle gli orecchini, che detto tra
noi non erano neanche d'oro. Poi l'altro che provo' sub... si
insomma.. avete capito.
Io in fin dei conti non ero molto dispiaciuto della situazione
venutasi a creare, perche' detto tra noi, anche loro erano
esseri umani dopotutto, anche se poi sapevo che per qualsiasi
malefatta avrebbero incolpato me, gli ero molto affezzionato.
Insomma...era bello che fossimo cosi' tuti insieme, noi tre e
lei. Ma non so perche', la tizia mi chiamo'...mi chiamo'...se non
erro... non vorrei sbagliare la successione.
Dunque nell'ordine:farabutto, delinquente, ladro, maiale, e credo
birichino. No, birichino, no. Forse bastardo. Si, si ecdco.
Bastardo.
Se ne ando' nella notte sotto la pioggia di miele fuxia, senza
neppure coprirsi la testa con la mano.
Strane le donne.
Non richiuse neanche la portiera e da cio' ne dedussi che era
anche un po' maleducata.
Beh,c'e' gente assurda in giro.
A quel tempo ancora non ero stato chiamato.
L'illuminazione venne improvvisamente. Come un nuovo San Paolo
vissi la mia via di Damasco.
Ricordo chiaramente quel giorno. Ero alla Standa e mi chiedevo
chi mai potesse comprare quei cristalli fumanti che vedevo tra la
merce esposta, quando udii una voce che mi disse: "Tu sei il
trimegisto al prezzo di uno, ma sbrigati perche' sara' solo per
tre giorni". Insomma fu un'annunciazione e una profezia. Io mi
voltai e riconobbi per via dei suoi tipici sandali l'Arcangelo
Michele in persona, che svani' lentamente sulo sfondo del reparto
"calze e collant".
Come mai proprio li' e non per esempio nella zona "articoli per
la casa"?
Dipendeva forse dai suoi sandali o era dettato
dall'imprescrutabile volere di Dio?
Mah. Ancora oggi non lo so.
La mia mente sboccio' come un fiore di liocanthus e nell'ebbrezza
dellab felicita' tutti e tre iniziammo a parlare infervorati e
rapiti allo stesso tempo. La gente, a poco a poco, asi avvicino'
per udirci. Stavano tutti la' a bocca spalancata ad ascoltare le
nostre ispirate dissertazioni metafisiche. Ricordo che due
signori aitanti mi presero sotobraccio e mi scortarono all'uscita
in segno di deferenza. Mentre mi allontanavo, sentivo il brusio
della folla che commentava sommessamente le mie frasi appena
udite.
La mia missione era inizata.
La mia volonta' si triplico'.
E cosi' acquistai un cappello molto alto per captare le
vibrazioni veloci del'aria rarefatta. E dipinsi la mia giacca di
azzurro e bianco come il cielo (dell'Onirica). XXX PUBBLICITA'
FACOLTATIVA XXX
In poche parole ,avendo gettato ogni umana zavorra, divenni il
piu' grande poeta del mondo e scrissi:
Tre e' a Cheope
Tre sono gli occhi di chi vede Dio
Tre volte grande Ermete
Tre le Parche
Tre le Grazie
Tre miliardi le disgrazie se non hai tre e sei da te.
Lo so, lo so, il mondo non era pronto per il messaggio ma volli
perseverare e dopo tante tribolazioni e incomprensioni,
arrivarono i primi discepoli, e alla fine la Chiesa della Tripla
luce fu fondata.
Niente a che vedere col lusso di certi imbroglioni.
La sede era in un ex magazzino che scegliemmo per le tre grandi
finestre che illuminavano l'ambiente Come ho gia' detto
arrivarono i primi discepoli. Erano due. Poi basta. Quindi in
tutto eravamo cinque.
Il terzo giorno accadde il fattaccio della postina e tutto fini'.
Ogni notte provo a trarre conclusioni numerologiche da quella
fatale serie di cifre, per carpirne il grande messaggio
recondito, ma ancora non ci sono riuscito.
Comunque siamo rimasti sempre noi tre.
Nei mattini violacei la porta sbadiglia e mi inghiotte. Cosi' i
dottori mi chiedono - e questo lo fanno da anni - :"Perche' in
tre e non in due?" Ma io questo non lo spieghero' mai. AH! AH!
AH! AH! AH! Mi fate ridere. Torturatemi, uccidetemi, ma questo
segreto non lo rivelero' mai. AH! AH! AH! Volete sapere perche'
proprio tre?
Boh. E io che ne so. Se lo spassi non sarei mica qui.
Ehi voi seduti qui davanti! MI sembrate gente molto strana.
Perdio copritevi almeno la testa con una mano, non vedete che
piove miele fuxia che Dio lo manda?
E poi sono capaci di lamentarsi se prendono qualche malanno.
Ce n'e' di gente assurda in giro.

 

di CELESTINO PES
Viale Pasini,22
43100 PARMA